martedì 16 novembre 2021

L'azienda agricola Moro Sergio invitata ad Eurovinum – La degustazione con la porchetta arrosta del Salumificio Spader

 



La nostra personalissima 'Bottega dei ricordi' non aveva perso memoria di quell'azienda agricola

di Farra di Soligo, nata nel lontano 1960 dalla attività mezzadrile dei fratelli Moro, acquisita nel 1972, per poi svilupparsi dal 1992 con la configurazione odierna.


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno visitato l'azienda agricola Sergio Moro alcuni anni orsono. “Oggi Moro Sergio prosegue nella conduzione dell’azienda con la stessa fi#losofi#a del padre, ma coniugando sapientemente innovazione e tradizione. Un’evoluzione che ha portato l'azienda a crescere nel 2010 costruendo la nuova cantina. Da qui la gamma dei vini aziendali si è ampliata, potendo offrire al cliente il prodotto che più lo aggrada e lo soddisfi, garantendogli una qualità tipica del nome Moro Sergio.”


Ne parliamo con Erik, figlio di Sergio, che ben interpreta la filosofia della famiglia.


“ La nuova cantina, l'adesione alla Fivi (Federazione italiana Vignaioli Indipendenti), la scelta

di restare ben attaccati alla qualità dei prodotti, una sensibilità piena ai temi della sostenibilità ambientale : questi sono i capisaldi del nostro operare”.


“Il fatto è che il vignaiolo FIVI esprime due grandi qualità, la fierezza d’essere indipendente e l’intelligenza di cercare il sostegno dei colleghi. In tante cose chi sta in vigna non solo può, ma deve decidere da solo, è il solo modo per dare al vino un’impronta personale.Ma in tante altre situazioni è solo raggiungendo una massa critica che si riesce ad essere ascoltati, a fare opinione.E poi la FIVI non è nata per dare uno stipendio a qualche burocrate, ma è fatta da chi passa la vita in azienda, basta guardare i nomi dei dirigenti, c’è il meglio della viticultura italiana.”


Mentre chiacchieriamo, sorseggiamo il vino col fondo di casa, che poi è stato il motivo ufficiale

della nuova visita.


Si chiama Battistara, il Frizzante Surlie,nato da un terreno collinare ,argilloso e calcareo di Col San Martino ; alla vista giallo paglierino, perlage elegante e persistente ; dall'aroma fruttato, sentori di "crosta di pane" ; al Gusto asciutto con complessi sentori di lievito e frutta.


Un bicchiere tira l'altro, con grande naturalezza.


Così i giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno invitato l'azienda agricola Moro Sergio

a partecipare alle iniziative di informazione del Percorso Internazionale Eurovinum,Il Paesaggio della vite e del vino, che raccontano, in modo diretto, le storie dei protagonisti (talvolta silenziosi),

di ogni avventura enoica.


La degustazione dei vini ha valorizzato anche il salame della Società Agricola Palù (prodotto PPL)

di Mosnigo e la porchetta arrosta del Salumificio Spader.


La Porchetta Arrosto Spader si contraddistingue per il sapore aromatizzato,la dolcezza e la morbidezza delle carni e l'eccellenza delle materie prime utilizzate.Le carni selezionate vengono

aromatizzate,farcite con erbe seguendo la tradizionale ricetta. Arrotolata e legata viene cotta per mantenere la tipca cotenna abbrustolita e croccante. Vi sono ben tre versioni differenti,partendo dalla medesima materia prima.La Porchetta arrosta ad un filone,la Porchetta Arrosto a due filoni e la Porchetta Arrosto tipo Romana, che si differenzia dalle due precedenti per l'assenza di consrevanti ed una più intensa aromatizzazione.

Noi ci vediamo benissimo un Valdobbiadene Prosecco, che grazie alle sue bollicine delicate ben si sposa con l’untuosità e la sapidità della carne lavorata della porchetta, regalando sensazioni piacevoli al palato.

martedì 9 novembre 2021

Natura e tradizione: la riscoperta del Nocino

 

 




Come si dice “ogni promessa è debito; pertanto non potevo dimenticare quella fatta al Bartender Francesco di Ca Shin, la cascina all’interno del Parco Cavaioni, di fargli nuovamente visita per assaggiare il Nocino Benvenuti della collezione “I Liquori della Tradizione Italiana” del Gruppo Montenegro.

Data la piacevolissima degustazione precedente, della Grappa Libarna di Barbera e Dolcetto Riserva, non fu un grande sacrificio!

Dunque mi recai al Parco e, dopo una passeggiata propiziatrice di buon appetito, mi diressi al Ristorante.

Come al solito fui accolto con grande gentilezza e gustai un ottimo piatto di tagliatelle, seguito da una costata di bue: un’ottima entrée dunque!

Mi vide il Barman, che non mancò di salutarmi: gli dissi che mi ricordavo della promessa, ed infatti ero qui (anche) per degustare il suo decantato nocino; non gli svelai che, benché non modenese, mi ero un tempo dedicato anch’io alla produzione (casalinga of course!) di nocino.

Qui forse sarà il caso di fare una piccola presentazione perché questo liquore, benché tradizionale ed un tempo famoso, non è più conosciuto come merita: innanzi tutto è di origini antiche ed é sempre stato considerato un po’ magico.

Ad esempio nel Settecento il Notaio modenese Pellegrino Grappi prescriveva che “le noci devono essere raccolte immature, da piedi scalzi e da mani femminili, la notte di San Giovanni (24 giugno), in concomitanza con il solstizio ed il frutto non deve mai essere tagliato con il ferro, bensì con una lama di legno” Inutile ricordare che secondo le leggende questa è una notte in cui il mondo naturale e soprannaturale si compenetrano e accadono “cose strane” come narra Shakespeare nel “Sogno di una notte di mezza estate“…

La produzione di questo liquore avviene in molte parti d’Italia, ma quelle più tradizionali sono i territori di Modena e quello di Benevento, in cui è attestato il Grande Noce, distrutto dal vescovo Barbato nell’anno 665 ma poi rinato più bello di prima, sotto il quale, nella notte del solstizio d’estate si riunivano streghe e diavoli a celebrare il Sabba.



Il Grande Noce di Benevento

Ma ritorniamo al nostro Francesco ed al suo Nocino Benvenuti è prodotto da sole noci italiane. Non garantisco che l’Azienda abbia usato solo giovani fanciulle scalze per la raccolta, ma certo il risultato é eccellente!



Il Nocino Benvenuti

Il liquore ha un colore cioccolato-tabacco intenso, con riflessi aranciati ed ambra; il profumo è molto intenso e caratteristico del mallo di noce, a cui si uniscono note calde e speziate di cannella e chiodi di garofano ed infine il gusto, dolce ed avvolgente, è di mallo di noce macerato unito, in perfetto equilibrio, a quello alle spezie orientali ed alle note tostate dolci.


Da ultimo va notato che il grado alcolico è di 34°, quindi di assoluta tranquillità!


Non potei che fare i miei complimenti alla scelta di Francesco, confessando in cuor mio che esistevano anche nocini migliori di quello artigianale fatto da me!

Ma questo non lo dissi e ripartii comunque molto soddisfatto per una piacevole passeggiata nel parco.


Gianluigi Pagano


venerdì 5 novembre 2021

Il re dell’autunno: il Maiale - L'incontro con Emanuele Spader

 


Inizia l’autunno, con le sue giornate nebbiose o, peggio, piovose. Si ritorna in casa e si riscoprono le gioie della tavola, a cui possibilmente riunirsi con la compagnia degli amici. Ovviamente in questa stagione si pensa soprattutto al maiale, re incontrastato soprattutto delle tavole emiliane come la mia.

Ho deciso di sentire su questo argomento il parere di un cultore della cucina e particolarmente delle specialità della salumeria: Emanuele Spader, titolare del Salumificio Spader di Mosnigo della Battaglia (TV).


Mi ha ricevuto gentilmente, come al solito, e, alla mia domanda di illustrarmi le tradizioni legate alla “civiltà del maiale”, non si è fatto pregare e, brandendo una bottiglia di ottimo (come ho avuto modo di verificare ripetutamente) Prosecco col fondo, ha iniziato a raccontare:

In realtà la vera festa gastronomica era l’uccisione del maiale. La fine atroce della povera bestia, contrastava con le cure amorose che aveva ricevuto in vita. Il corpo del maiale ucciso veniva appeso, poi sbollentato con acqua e quindi pelato. Dopo un paio di giorni, di raffreddamento, venivano tagliati prosciutti, lardi e pancette, mentre il grasso veniva messo a bollire in un recipiente per fare lo strutto. La carne migliore veniva impiegata per fare i salami, mentre il secondo taglio era per le salsicce mentre con carni e cotenne si facevano i cotechini e i musetti. Nulla andava sciupato. Naturalmente nella giornata della “Festa del Maiale” e nelle successive venivano mangiati, in memorabili banchetti le parti del maiale che non si potevano conservare, ovvero le frattaglie”

Gli chiesi allora qualche ricetta di questi piatti. Mi consigliò di rivolgermi per questo ad un famoso macellaio di Treviso, che era particolarmente competente (ne aveva…. assaggiato a tavola la competenza!): si trattava di Bruno Bassetto. Gli dissi che lo conoscevo bene, anzi avevo nella mia biblioteca i suoi …gustosi libri: “Fra Tagli e Frattaglie” e “Fra tagli d’Italia dalle corna alla coda”.
Lo salutai e tornai in fretta alla natia Bologna per cimentarmi in cucina. Vi indico la ricetta su cui mi sono cimentato, cogliendo le lodi dei convitati:

Frittatine di Cervella Ripiene

Ingredienti

  • 100 gr. di cervella

  • 100 gr. di fegatini di pollo

  • 3 uova

  • 2 dl. di latte

  • 50 gr. di burro

  • 3 cucchiai di farina

  • besciamella

  • pan grattato,

  • sale, pepe q.b.


Unite le uova alla farina e montate il preparato, aggiungendo il latte a poco a poco, oltre ad un pizzico di sale. Con il composto, preparate delle frittatine in una padella, facendo prima sciogliere ogni volta una noce di burro. Intanto avrete lessato la cervella, insieme ai fegatini, che andrete a saltare nel burro. Volendo, si può legare il tutto con un po’ di besciamella. Con l’impasto ottenuto, riempitele frittatine raffreddate, che richiuderete arrotolandole. Passatele nell’olio e nel pangrattato e friggetele.


Fegato di Maiale al Forno

Ingredienti

  • 750 gr. di fegato di maiale in un pezzo solo

  • rete di maiale

  • salvia

  • alloro

  • rosmarino

  • spezie miste per arrosto

  • pangrattato

  • olio d’oliva extravergine

  • 60 gr. di burro

  • vino bianco

  • sale, pepe q.b.




La rete di maiale va immersa in acqua calda per ammorbidirla. A questo punto tritate la salvia, l’alloro, il rosmarino, assieme alle spezie per arrosto. Aggiungete del pepe in abbondanza. Attenzione: niente sale per il momento, altrimenti il fegato si indurisce mentre si cuoce. A questo punto il composto speziato va cosparso sul fegato che si passa poi nel pangrattato. Il fegato va avvolto nella rete debitamente sgocciolata. Ora mettete il pezzo unico in una teglia, irrorate di olio e adagiateli tutt’intorno dei fiocchi di burro. E’ pronto per essere messo in forno, dove sarà cotto a circa 180° per 40 minuti. Ogni tanto bagnatelo con del vino bianco. Una volta terminata la cottura è ora di salare, tagliare a fette il fegato e fare riposare il tutto nel forno spento, ma ancora caldo.

(ricette tratte da “Fra Tagli e Frattaglie” di Bruno Bassetto)

Prossimamente vi parlerò delle successive degustazioni di specialità di maiale.


Gianluigi Pagano

https://comunicareperesistere.blogspot.com/2021/11/il-re-dellautunno-il-maiale-lincontro.html

https://piaveinforma.blogspot.com/2021/11/il-re-dellautunno-il-maiale-lincontro.html

https://gustosette.blogspot.com/2021/11/il-re-dellautunno-il-maiale-lincontro.html


domenica 31 ottobre 2021

La Via dei Norcini : il prosciutto cotto alla fiamma del Salumificio Spader alla Società Agricola Palù di Mosnigo

 


Continuano le iniziative di informazione di Borghi d'Europa, per far conoscere i Percorsi Internazionali.

Per la Via dei Norcini i giornalisti e i comunicatori della rete internazionale stanno collaborando

con il Salumificio Spader di Mosnigo di Moriago della Battaglia, per valorizzare e far conoscere

le eccellenze dei Territori coinvolti nel progetto L'Europa delle scienze e della cultura.


La tappa realizzata alla Società Agricola Palù di Mosnigo ha proposto il Prosciutto cotto alla fiamma del Salumificio Spader, prodotto aromatizzato con aromi ed erbe aromatiche, legato a mano e cotto arrosto, confezionato in sottovuoto.

“La sua peculiarità – ha osservato Renzo Lupatin, presidente di Borghi d'Europa-, risiede nel perfetto equilibrio tra sapore delicato del cotto e il profumo dolce e pulito delle spezie aromatiche e di grigliato. Il prosciutto cotto Fiamma è tenero e succoso, compatto e gradevole per tutti i palati.”

Il Prosciutto viene sottoposto ad una fase aggiuntiva, oltre a quelle di asciugamento e affumicatura con legno di faggio e ginepro, anche di bruciatura a fiamma della cotenna.

“Questo rende il prodotto estremamente nero e dona un caretteristico gusto e profumo di affumicato e di grigliato.”


Ha accompagnato la degustazione il vino col fondo di Luigi Comarella di Valdobbiadene.

Antonella Pianca, scrittrice fotografa e degustatrice AIS, ne ha messo in rilievo la bontà e la semplicità.

Luigi è una persona sincera, va dritto al segno, non gira attorno ai problemi.

Così quando osserviamo che anche nel settore del vino col fondo si fanno largo le furberie, evita di inoltrarsi nella polemica e commenta annuendo.

Un tempo i nostri contadini dedicavano al vino col fondo le uve migliori della vendemmia: oggi assistiamo a presunti vini a rifermentazione naturale che rivelano, inequivocabilmente, un passaggio...... Il vino col fondo di Luigi Comarella è semplicemente buono. 







mercoledì 29 settembre 2021

“INNOVATION OF ITALY”, un Festival Italiano a Dubai settembre 27, 2021

 


Dal 27 al 31 Gennaio 2022, parallelamente all’Expo, si svolgerà al World Trade Center di Dubai “Innovation of Italy”, un Festival dell’Italia e dei suoi prodotti di qualità.

L’ evento non è alternativa all’Esposizione ufficiale, ma la integra perfettamente, avendo caratteristiche completamente differenti: mentre l’una è istituzionale, l’altra un vero spettacolo, che darà ai visitatori, non solo la possibilità di conoscere lo spirito dell’Italia, ma anche di degustarne la meravigliosa cucina e di apprezzare i prodotti degli artigiani italiani, non meno che quelli dell’industria che nascono dalla stessa creatività.

 


 

 

Il World Trade Center di Dubai

La manifestazione avrà due momenti distinti: alla mattina vi saranno gli incontri “one to one” tra gli espositori ed i buyers che saranno invitati dagli organizzatori, mentre al pomeriggio avverranno le visite agli stand del pubblico (ad entrata gratuita), e si alterneranno sfilate di moda, dimostrazioni di artigiani, degustazioni di specialità alimentari, conferenze ecc.

Un aspetto commerciale, dunque, ma anche spettacolare e tale da far conoscere approfonditamente, sia pure in poco tempo, lo spirito creativo italiano.

Gli organizzatori hanno proposto prezzi particolarmente economici (che per di più comprendono una serie di servizi: dal soggiorno di una settimana in hotel per ogni partecipante, ai trasporti da e per l’aeroporto ed il WTC, la logistica e trasporti delle merci, l’ assistenza in dogana e perfino una sim card emiratina per ogni partecipante.

Ciò nell’intento di offrire la possibilità di partecipazione, non solo alla grande industria, ma anche alla piccola e media, che rappresentano l’asse portante della nostra produzione.

Ci auguriamo dunque che questo evento possa rappresentare un importante contributo alla ripresa economica dell’Italia.

Gianluigi Pagano

mercoledì 1 settembre 2021

La Pasticceria Savoia di Gennaro Immobile : a Treviso le tradizioni della pasticceria napoletana

 La riscoperta di Treviso grazie alle Rotte del Cagnan, il roseo foglio satirico, ci porta

a Santa Maria del Rovere, che ha conosciuto la 'ribalta' della Storia perchè

con l'occupazione delle fabbriche del 1920, anche il borgo trevigiano annoverò uno stabilimento

occupato.

 

Ma se l'evento storico tocca le corde della memoria, il viaggio di Borghi d'Europa, vuole

occuparsi,in altro senso , delle vie del gusto. Santa Maria del Rovere ospita da molto tempo

la Pasticceria Savoia di Gennaro Immobile, giunto a Treviso molti anni orsono per visitare un amico e che qui ha fondato la propria attività.

 

“La Pasticceria Savoia realizza Servizi di Catering, Banqueting, colazioni di lavoro, welcome coffee e coffee break, open day, light lunch, business lunch in occasione di meeting, conferenze, eventi aziendali o rifreschi informali, feste di compleanni, anniversari, matrimoni....e tanto altro ….”

 

 

Gelateria e Pasticceria, secondo la tradizione napoletana.




La pasticceria a Napoli non è solo una fonte di lavoro, di gusto e di guadagno, ma anche un’arte, una vocazione, una parte importantissima della storia e della tradizione.

Ogni dolce, ogni torta, ogni variante nel gusto e nei ripieni evoca alla mente ricordi, momenti, feste, attimi di vita, unendo passato e presente in un richiamo di vista, olfatto e gusto, nonchè tatto, tutto in una volta.

E questo, a Napoli, accade da secoli.

 

La pastiera evoca indiscutibilmente, con il suo profumo ed il suo gusto, la Pasqua e la primavera, mentre gli struffoli e la cassata parlano al cuore del Natale, esattamente come le chiacchiere riportano automaticamente alla mente il Carnevale; le sfogliatelle richiamano alla mente le domeniche passate in famiglia, mentre il babà, nei vari formati, ricorda un po’ a tutti il passaggio dall’età fanciullesca a quella adolescente, poichè “i bambini non possono mangiarlo, c’è il rhum!“; ancora, le zeppole ricordano San Giuseppe e la festa del papà.

 

STORIA DELLA PASTIERA NAPOLETANA

Si racconta che Maria Teresa D'Austria, consorte del re Ferdinando II° di Borbone, soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai", cedendo alle insistenze del marito buontempone, famoso per la sua ghiottoneria, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera e non poté far a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re che sottolineava la sua evidente soddisfazione, nel gustare la specialità napoletana.

Pare che a questo punto il Re esclamasse:

"Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo".

STORIA DEGLI STRUFFOLI

Due famosi trattati di cucina del 1600, il Latini e il Nascia, citano come “strufoli - o anche struffoli - dei dolci preparati alla stessa maniera degli struffoli napoletani anche se la loro invenzione pare non sia attribuibile ai napoletani ma ai Greci ed è dal greco che deriverebbe il nome “struffolo”: precisamente dalla parola “strongoulos”, arrotondato. Come sempre accade nella incertezza delle origini la fantasia trova terreno fertile e quindi si passa dal supporre che derivi da strofinare, il gesto che compie chi lavora la pasta per arrotolarla a cilindro prima di tagliarla in palline e chi invece ritiene che la radice di struffoli sia da collegare allo strutto (il tipo di grasso con cui per la ricetta originale vengono fatti e in cui vengono fritti e vi assicuro sono tanto più buoni. Gli struffoli si trovano pure a Palermo, d'altronde il Regno delle due Sicilie aveva Napoli come capitale, ma con la variante della perdita di una f “strufoli”.Nella preparazione degli struffoli in cui come al solito eccellevano le nonne e da cui tutta la città ha ereditato una, mille e più ricette con qualche piccolo e tramandato segreto, ciascuna pallina prima di friggerla viene tagliata sapientemente a mano in formato piccolo perché così aumenta la superficie di pasta che entra in contatto col miele che deve essere abbondante. Nella ricetta degli struffoli trovano posto arancia e cedro candito, ma la parte del leone come nella pastiera e nella sfogliatella la fa la zucca candita. E' un dolce di lunga conservazione ed è consuetudine dei più piccoli piluccarne di tanto in tanto qualche pallina per soddisfare la golosità.

 

PASTICCERIA SAVOIA TREVISO

LA VERA PASTICCERIA NAPOLETANA NEL CUORE DI TREVISO

 

Pasticceria Savoia Di Immobile Gennaro

Viale Felissent Gian Giacomo, 53

31100 TREVISO

Tel.: (+39) 0422-305585

mercoledì 21 aprile 2021

La Macedonia del Nord nella Macroregione adriatico-jonica- Borghi d'Europa scopre la viticoltura

  La Macedonia del Nord nel maggio 2020 è diventata il nono paese membro della Macroregione adriatico-ionica (Eusair), che riunisce in un’unica strategia di sviluppo i Paesi Ue (Italia, Croazia, Grecia, Slovenia) e dei Balcani (Albania, Bosnia Herzegovina, Montenegro, Serbia). “Non vediamo l’ora di rafforzare questa cooperazione regionale e allargare il dialogo politico multilivello per una macroregione adriatico-ionica più integrata e sostenibile, così come di sostenere ulteriormente il processo di allargamento dell’Ue ai Balcani occidentali”, recita una nota di Eusair.

Borghi d'Europa ha deciso di sviluppare la conoscenza della viticoltura della Macedonia del Nord.

La geografia montuosa della Macedonia, il clima unico e il terreno fertile sono da sempre amici del vino in questa parte del Paese, il Tikves , celebre per vitigni autoctoni come il robusto rosso Vranec. O, ancora, lo Stanushinapresìdio Slow Food, con cui si fa anche una bevanda di mosto, il madzun. Oppure il Temjanika, moscato aromatico dei Balcani. Si trovano tutti alla Stobi Winery, che è anche un raffinato e celebre ristorante con tutte le migliori carni, salumi e formaggi locali (Avtopat br. 2 Gradsko, Veles), a pochi minuti dalle rovine romane: in questa cantina dall’architettura futurista nascono gioielli come il pluripremiato Vranec Veritas, definito una “cura naturale per le malattie cardiovascolari”.